UniATeM
Articoli su rivista CH4 H20 – UniATeM – a cura dell’ing. Sandro Delli Paoli
- CH4 H20 – Rivista trimestrale – n° 2/2024 – Gare gas, ritardo o rallentamento “istituzionalmente voluto”?
Quasi un quarto di secolo fa, nel 2000, il legislatore, recependo una direttiva europea che aveva l’intento di liberalizzare il mercato della distribuzione del gas naturale, pubblicò il Decreto Legislativo 23 maggio 2000, n° 164, noto anche come “decreto Letta”, che prevedeva che il servizio di distribuzione del gas naturale sarebbe dovuto essere affidato in concessione per 12 anni da parte degli Enti locali concedenti (in quanto servizio di pubblica utilità) tramite gara ad evidenza pubblica, individuando anche le misure compensative per le quali la gestione delle tratte di condotte sarebbero passate dal gestore uscente al gestore subentrante.
E’ interessante notare come il comma 7 dell’articolo 14 di detto decreto prevedeva che gli Enti locali dovessero avviare “la procedura di gara non oltre un anno prima della scadenza dell’affidamento, in modo da evitare soluzioni di continuità nella gestione del servizio”.
Ed, infatti, i decreti attuativi sono stati pubblicati nel 2011 (undici anni dopo), con il D.M. 19 gennaio 2011 (il cosiddetto decreto ambiti), che ha istituito 177 ambiti minimi (ora 172, per effetto di alcuni accorpamenti), con il D.M. 18 ottobre 2011, che ha definito i Comuni facenti parte di ciascun ambito e con il D.M. 12 novembre 2011, n. 226, il cosiddetto “decreto criteri”, che annovera, fra i suoi allegati, il bando di gara tipo (ancora oggi conforme alle prescrizioni del D.Lgs 163/2006) ed il disciplinare di gara tipo.
Per definire i criteri in base ai quali stimare il valore di rimborso delle reti di distribuzione, tuttavia, si deve attendere il 2014 (altri tre anni), quando viene pubblicato il D.M. 22 maggio 2014, che ha approvato le “Linee Guida su criteri e modalità applicative per la valutazione del valore di rimborso degli impianti di distribuzione del gas naturale” del 7 aprile 2014.
Ci sono voluti, in definitiva, 14 anni per definire un quadro normativo che, col senno di poi (ma come ha sempre sostenuto UniATeM) è risultato del tutto insufficiente per addivenire agli affidamenti (tranne alcuni, rari, casi).
Dal 2014 ad oggi, inoltre, si sono succeduti adeguamenti normativi, delibere e determinazioni dell’Autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente (A.R.E.R.A.) con lo scopo dichiarato di
semplificare i procedimenti di verifica degli scostamenti VIR/RAB prima e del bando di gara poi ma che, in realtà, hanno, spesso e contro le intenzioni del Regolatore, aumentato l’incertezza di Stazioni Appaltanti, Enti locali concedenti e gestori, che dovevano districarsi per definire l’esatto quadro normativo e regolatorio da seguire nello specifico caso (con buona pace del principio di parità del trattamento).
Nel corso del 2023, dopo svariate reticenze, il normatore ha convocato una sessione della Cabina di Regia ex articolo 17 del decreto criteri per verificare se vi fossero le condizioni per aggiornare/emendare il decreto stesso, nell’ottica di una (ulteriore) semplificazione.
Il nuovo decreto, tuttavia, non ha ancora visto la luce. Se in un primo momento il ritardo della sua pubblicazione poteva essere ascritto, almeno secondo chi scrive, all’attesa per la pubblicazione (che sarebbe avvenuta di lì a poco) del nuovo Codice degli Appalti (a cui le gare per l’affidamento in concessione del servizio di distribuzione del gas naturale per ambiti territoriali minimi devono conformarsi), oggi, dopo quasi un anno dall’entrata in vigore del D.Lgs 36/2023 pare essere chiaro che non fosse questo il motivo.
Il DCO (Documento per la Consultazione) 36/2024/R/GAS “Orientamenti per la semplificazione e l’accelerazione delle gare per il servizio di distribuzione del gas naturale”, aveva fatto pensare ad una intenzione dell’Autorità di dare un nuovo impulso ai procedimenti, tuttavia, terminata la consultazione il 07 marzo 2024, ad oggi ARERA non ha ancora pubblicato alcuna delibera.
Forse, la spiegazione risiede nel DCO 173/2023/R/EEL, che prevede un coordinamento fra sviluppo delle reti di distribuzione del servizio elettrico e quelle del servizio gas.
Infatti, il punto 6.3 del DCO prevede che “tutti i piani di sviluppo infrastrutturali (elettrico e gas) sono riconducibili alle medesime ipotesi di scenario (energetico N.d.R). SNAM e TERNA predispongono gli scenari assicurando ampia partecipazione alle imprese distributrici di energia elettrica e di gas”.
Gli ultimi scenari pubblicati da SNAM e TERNA sono del luglio 2022.
Al punto 10.7 del DCO, inoltre, è scritto che “l’Autorità intende valutare possibili obblighi di coordinamento tra imprese distributrici di energia elettrica e altri operatori del settore energetico, almeno riguardo la definizione di scenari di sviluppo e di specifiche ipotesi di domanda di energia applicabili su base locale, principalmente per evitare che le attività di pianificazione degli investimenti si basino su ipotesi incongruenti fra i due settori”.
È, ancora, il paragrafo 10.4 del medesimo DCO afferma che “pare particolarmente importante l’interazione tra imprese distributrici di energia elettrica e imprese distributrici di gas naturale / stazioni appaltanti il servizio di distribuzione del gas naturale”.
E’ evidente che, almeno nelle intenzioni del regolatore, sia più che opportuno prevedere una sinergia fra i diversi vettori energetici, gas ed elettrico, arrivando a citare direttamente le Stazioni Appaltanti delle gare gas.
Tuttavia, la successiva deliberazione 296/2023/R/EEL pubblicata a seguito del DCO 173/2023 e relativa consultazione NON contiene alcun riferimento al sistema Gas, neanche relativamente alla predisposizione di scenari energetici.
Il dubbio, comunque, che si stia “istituzionalmente” rallentando in tema di gare gas, per verificare in quale misura ci debba essere un raccordo con l’elettrico, è più che legittimo.
E, allora, appare chiaro che i buoni propositi di tutti gli stakeholder del settore per arrivare a celebrare, finalmente, le gare gas, non trovino ancora riscontro negli atti normativi e regolatori, anzi, l’attuale situazione configura, se mai ce ne fosse stato bisogno, un ulteriore stallo in quanto le Stazioni Appaltanti devono decidere se proseguire/avviare i procedimenti amministrativi di loro competenza (ad oggi non vi è alcuna legge, decreto, circolare che blocchi formalmente le gare, per cui è obbligo delle Stazioni Appaltanti istruirle sulla base del quadro normativo/regolatorio vigente) o attendere futuri, ipotetici sviluppi.
Come abbiamo sempre affermato, e non ci stancheremo mai di ripetere, Enti locali concedenti e Stazioni Appaltanti soggiacciono a precisi obblighi normativi e non è né loro facoltà, né loro intenzione, sottrarvisi.
E’ necessaria, tuttavia, chiarezza sia da parte del normatore, sia da parte del regolatore.
- CH4 H20 – Rivista trimestrale – articolo inviato alla redazione ed in via di pubblicazione
Leggiamo con interesse due articoli pubblicati su Staffetta Quotidiana del 04 luglio 2024 e del 10 luglio 2024, relativi ad una proposta di norma presentata da Italgas al M.A.S.E., tendente a riformare profondamente l’architettura delle gare gas.
In particolare, tale proposta prevedrebbe la riduzione degli Ambiti Territoriali Minimi come definito dal “decreto ambiti” del 2011, che passerebbero da 177 (in realtà 172, per effetto di alcuni accorpamenti) a 7 e, in particolare:
- Ambito Nord Occidentale: composto da Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta;
- Ambito Nord Orientale: composto da Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna;
- Ambito Centrale: composto da Toscana, Umbria e Marche;
- Ambito Centro – Sud Orientale: composto da Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata;
4 di 10 - Ambito centro – Sud Occidentale: composto da Lazio e Campania;
- Ambito Meridionale: composto da Calabria e Sicilia;
- Ambito Sardegna: composto dalla sola Sardegna;
coincidenti con gli 7 ambiti tariffari definiti da ARERA.
Non vogliamo entrare, in questa sede, nel merito degli effetti che una riforma del genere, se passasse, avrebbe sul mercato del gas, con buona pace della libera concorrenza (pur in un regime, è giusto ricordarlo, di monopolio naturale), né, tantomeno, delle operazioni di fusione fra i primi due operatori nazionali nel settore della distribuzione. A questi aspetti dovranno pensare, come è giusto che sia, A.G.C.M. e A.R.E.R.A., ognuno per quanto di sua competenza.
Crediamo, tuttavia, che la proposta normativa non abbia tenuto in debita considerazione alcuni aspetti delle gare gas, di non secondaria importanza.
Per dare la misura di quanto verrà esposto di seguito, riportiamo un raffronto fra un Ambito Territoriale medio come attualmente definito dal “decreto ambiti” con l’Ambito Nord Occidentale definito da A.R.E.R.A. ai fini tariffari e che, nella proposta di Italgas, dovrebbe essere interessato da una sola gara. I dati sono desunti dalle tabelle pubblicate sul sito del M.A.S.E.:
Ambito Territoriale Medio |
Ambito Nord Occidentale |
42 Comuni |
1.514 Comuni |
330.000 abitanti |
6.202.153 abitanti |
120.000 pdR |
2.798.748 pdR |
190.000 migliaia di Smc di gas distribuito |
4.724.328 migliaia di Smc di gas distribuito |
1.400 km di rete |
30.551 km di rete |
e ricordiamo che il D.Lgs 164/2000 (il cosiddetto “decreto Letta”), all’articolo 14, comma 1, definisce che “L’attività di distribuzione di gas naturale è attività di servizio pubblico. Il servizio è affidato esclusivamente mediante gara per periodi non superiori a dodici anni. Gli enti locali che affidano il servizio, anche in forma associata, svolgono attività di indirizzo, di vigilanza, di programmazione e di controllo sulle attività di distribuzione, ed i loro rapporti con il gestore del servizio sono regolati da appositi contratti di servizio, sulla base di un contratto tipo predisposto dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas ed approvato dal Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto”, ossia ribadisce, ancora una volta, che, essendo quello della distribuzione del gas naturale un servizio pubblico locale, spetta all’Ente locale prevederne l’affidamento in concessione.
Il “decreto ambiti” aveva definito gli Ambiti Territoriali Minimi cercando un equilibrio fra la necessità di non frammentare oltremisura le gare, ossia superando la logica, del “decreto Letta”, per cui ad ogni Comune corrisponde una gara e l’economicità di processo derivante dall’aggregazione di più Comuni garantendo, tuttavia, che le funzioni di Stazione Appaltante potessero essere svolte da un Comune e da una Provincia, come successivamente sancito dal “decreto criteri”.
Tale principio non è stato disatteso neanche con l’entrata in vigore del Nuovo Codice dei Contratti Pubblici, D.Lgs 23/2023 che istituisce la qualificazione delle Stazioni Appaltanti e che, conseguentemente, prevede che la Stazione Appaltante della gara gas sia in possesso di requisiti specifici non formalmente definiti del D.M. 226/2011.
In altre parole, il “decreto ambiti” prima e il “decreto criteri”, poi, hanno fatto salvi almeno due principi fondamentali richiamati dal “decreto Letta”:
- l’affidamento del servizio pubblico locale spetta all’Ente locale;
- le attività di indirizzo, vigilanza, programmazione e controllo sulla distribuzione spettano all’Ente locale.
La proposta di Italgas scardina dalle fondamenta questi principi.
E’, infatti, ragionevolmente impossibile pensare che 1.500 Comuni, appartenenti a Regioni differenti, stipulino una convenzione ex articolo 30 del TUEL e individuino, tra loro, un soggetto in possesso non solo dei requisiti, ma anche della struttura necessaria per istruire una gara di tali dimensioni, ancor più se si dovesse concretizzare l’Autonomia Differenziata. E’, altrettanto, ragionevolmente impossibile pensare che gli stessi 1.500 Comuni riescano a trovare delle forme coordinate per garantire vigilanza e controllo sulla corretta esecuzione del contratto. Una possibile soluzione, non detta, potrebbe essere quella di affidare la gestione delle gare a soggetti già strutturati, come Invitalia o Consip, esautorando, di fatto, gli Enti locali dalla gestione di un servizio pubblico locale di fondamentale importanza.
Un secondo aspetto su cui vogliamo porre l’attenzione del lettore è quello relativo alle attività di verifica propedeutiche alla pubblicazione dei bandi di gara.
La proposta di Italgas, da un lato ha il pregio, tutto teorico, di consentire la stima dell’impatto in tariffa dei valori di rimborso soggetti a verifica. Infatti, verificare valori di rimborso e bando di gara a livello di “ambito Tariffario” permette una visione di insieme che le gare a livello di ATeM non consentono. D’altro canto, le verifiche dei valori di rimborso e dei bandi di gara a livello di ATeM, consente una gestione delle istruttorie da parte del verificatore, più consona alla sua struttura, con innegabili riflessi, anche in questo caso teorici, sui tempi. Talvolta aggregare consente di fruire di economie di scala ma, in tutta onestà, non ci sembra che questo possa essere il caso. Il rischio è quello di ingenerare una semplificazione delle procedure di verifica di attività istruttorie non più sotto il controllo diretto degli Enti locali in nome del rispetto di tempistiche che devono consentire la celebrazione delle gare nel breve periodo.
In tutta sincerità, la proposta di Italgas ci sembra molto difficilmente praticabile e rischia, di incrementare la confusione in un settore che, invece, avrebbe bisogno di certezze.
Se, infatti, il M.A.S.E. pare tacere sulla proposta ma non pubblica la revisione del D.M. 226/2011, già redatta ancora nel 2023 e di cui ci sarebbe indubbiamente bisogno, non fosse altro che per non dover essere costretti a giustificare puntualmente le correzioni, spesso formali, che le Stazioni Appaltanti devono apportare al bando di gara tipo per allinearlo al D.Lgs 36/2023 (ricordiamo che il bando di gara tipo, ad oggi, è coerente con i dettami del D.Lgs 163/2006, abrogato nel 2026), A.R.E.R.A. pubblica la deliberazione 296/2024/R/GAS, contenete semplificazioni per le attività di verifica degli scostamenti VIR/RAB e dei bandi di gara.
In questa situazione è ancora cogente l’obbligo di istruire le gare e affidare il servizio di distribuzione del gas naturale. Ricordiamo, infatti, che il “decreto criteri” è tuttora in vigore.
Il rischio, concreto è che, ancora una volta, le Stazioni Appaltanti e gli Enti locali concedenti investano tempo, personale e risorse economiche (l’una tantum concesso a copertura delle spese è terminato da tempo all’inseguimento degli aggiornamenti normativi – pochi, e regolatori – molti, succedutisi nel corso degli anni) inutilmente, salvo poi, come già successo, essere additati come i diretti responsabili della situazione attuale
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- Gare gas, Gava: “Allo studio misure di revisione ATeM”
La viceministra Mase: “Anche il tema delle concessioni per la distribuzione elettrica è destinato a occupare l’agenda del ministero”. La replica di Peluffo (PD). La risposta su disaccoppiamento prezzi Fer/fossili.
“Riguardo alla revisione del numero degli Atem, a livello tecnico sono allo studio misure volte a rivedere l’attuale modello di sistema anche in considerazione dei nuovi sviluppi tecnologici”.
Così la viceministra Mase Vannia Gava ha risposto all’interrogazione presentata in X commissione Camera dai deputati PD Vinicio Peluffo e Marco Simiani sul piano del ministero per rilanciare le gare gas (QE 1/8).
Un piano che dovrebbe passare da una riduzione degli Ambiti a soli 6-7 (in linea con gli attuali ambiti tariffari), con uno sguardo però anche al sector coupling con la distribuzione elettrica.
A quest’ultimo proposito, Gava ha sottolineato che il tema delle concessioni per la distribuzione elettrica “è certamente destinato a occupare l’agenda del Mase, se non altro in quanto chiamato a definire, con il coinvolgimento di Arera, il quadro regolamentare di riferimento”.
In base al decreto Bersani del 1999, le gare per le concessioni in scadenza nel 2030 dovrebbero essere organizzate già nel 2025.
“La proposta di drastica riduzione del numero degli ambiti territoriali oggetto di gara a solo 7 – ha replicato Peluffo in una nota – presenta non poche criticità, anche alla luce della annunciata acquisizione, da parte di Italgas, del secondo operatore nazionale della distribuzione gas, 2i Rete Gas. Il rapido riordino della disciplina e la razionalizzazione dei settori della distribuzione del gas e dell’energia elettrica sono certamente urgenti e necessarie, ma occorre perseguire l’obiettivo di un’opportuna relazione funzionale tra ricerca di una dimensione minima efficiente a livello industriale e garanzia di un adeguato livello di partecipazione degli operatori alle gare. E’ essenziale evitare gli errori ai danni dei consumatori già avvenuti nella gestione della fine della maggior tutela”.
La viceministra ha poi risposto a un’interrogazione di Luca Squeri (FI) sul disaccoppiamento tra i prezzi di Fer e fonti fossili. Questione oggetto anche dell’intervento del ministro Pichetto all’evento di Confindustria del 24 settembre (“è un tema che stiamo cercando di verificare tramite un confronto con i tedeschi”, ha sottolineato).
Gava ha ricordato che tale prospettiva ha “accompagnato la riforma del mercato elettrico Ue”, dove è previsto “un rafforzamento dei mercati a termine e delle negoziazioni a lungo termine con l’auspicio che il disaccoppiamento si realizzi tramite una spinta decisa allo sviluppo delle rinnovabili spiazzando gli impianti più costosi sia con l’autoproduzione che con i contratti a lungo termine”.
Le riforme, ha dunque precisato la viceministra, “promuoveranno il ruolo dei Ppa mentre Mgp sarà soggetto funzionale a esprimere il valore della scarsità di energia elettrica”. E in tale contesto “assumono rilievo le misure come quelle adottate in Italia per lo sviluppo degli accumuli che consentirà una più efficace integrazione”.
“Resta fermo l’impregno del ministero di seguire e orientare il dibattito europeo sull’evoluzione del quadro normativo e regolatorio in tema di mercati – ha concluso Gava – e a monitorare il funzionamento del mercato adottando le misure necessarie per renderlo efficiente”.
Link: https://www.quotidianoenergia.it/module/news/page/entry/id/509933
- Gare gas, Pichetto: “Su revisione ATeM coinvolgeremo gli stakeholder”
Il ministro: “Vogliamo garantire lo svolgimento delle procedure nel rispetto del principio di concorrenzialità e di efficientamento delle reti”.
“Saranno garantiti gli opportuni momenti di confronto con tutti i soggetti coinvolti al fine di addivenire ad un quadro regolamentare che garantisca lo svolgimento delle gare nel rispetto del principio di concorrenzialità e di efficientamento delle reti”.
Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin al question time alla Camera, rispondendo a un’interrogazione sulle procedure di assegnazione delle concessioni della distribuzione gas presentata da Daniela Ruffino di Azione (QE 27/9).
Il responsabile del Mase ha confermato che “con riferimento alla revisione del numero degli Atem” sono allo studio a livello tecnico “misure volte a rivedere l’attuale modello di sistema anche in considerazione dei nuovi sviluppi tecnologici”.
Pichetto ha inoltre ricordato che, in attuazione della legge sulla concorrenza 2021, il Mase sta lavorando sulla revisione dei criteri di gara “e quelli per la valutazione dell’offerta per l’affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale”.
Più in particolare, ha aggiunto, “la revisione del contesto normativo, in via di definizione, intende fra l’altro aggiornare i criteri di valutazione degli interventi di innovazione tecnologica, nonché introdurre importanti elementi di coordinamento fra i criteri di valorizzazione degli interventi e gli obiettivi di ottimizzazione e razionalizzazione nell’utilizzo delle risorse energetiche”.
L’intento, ha precisato il ministro, “è quello di accelerare l’iter” delle procedure, visto che finora “il numero sempre maggiore di contenziosi insieme all’eccessiva regolazione del settore hanno portato all’aggiudicazione definitiva di pochissime gare”.
Da sottolineare che sempre oggi, 9 ottobre, Assogas ha chiesto un “confronto urgente tra le Istituzioni e gli stakeholder interessati, teso a creare le basi per un necessario ridisegno del mercato” (vedi notizia a parte).
Link: https://www.quotidianoenergia.it/module/news/page/entry/id/510489
- Italgas compra la concorrente 2I Rete Gas per 5 miliardi e diventa primo distributore europeo
Italgas (controllata al 26% da Cassa depositi e prestiti e al 13% da Snam) ha comprato per 5 miliardi di euro le partecipazioni in 2i rete gas di F2i (sempre galassia Cdp) e Finavias. L’operazione dovrebbe concludersi nella prima metà del 2025, in attesa dell’approvazione normativa. Italgas, il principale operatore di gas in Italia e Grecia, finanzierà l’acquisto transazione con un prestito ponte sottoscritto dalla banca statunitense JPMorgan. Il prestito sarà sindacato alle banche finanziatrici e sarà anche rifinanziato tramite un’emissione di diritti pari a 1 miliardo di euro.
“L’acquisizione di 2i Rete Gas ci permette di diventare il primo operatore europeo nel settore della distribuzione del gas, dopo essere stati riconosciuti come benchmark globale in termini di innovazione e digitalizzazione”, ha commentato l’amministratore delegato d di Italgas Paolo Gallo, sottolineando come grazie a questa operazione la società ” rafforza l’impegno per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, con infrastrutture resilienti ed un costo dell’energia sostenibile”. Solo due giorni prima Gallo ha dichiarato che il futuro dell’energia solo da fonti rinnovabili e elettrico “è una favola molto bella ma non è realistica” perché “non è fattibile dal punto di vista tecnico”. Quotata a piazza Affari, Italgas vale in borsa 4,3 miliardi di euro. Ha ricavi per 1,8 miliardi di euro e più di 6 milioni di clienti.
2i rete gas conta in Italia 4,9 milioni di clienti serviti da una rete che supera i 72mila chilometri. “La cessione di 2i Rete Gas conclude un percorso virtuoso che ha visto F2i protagonista non solo nella creazione di un grande operatore nazionale efficiente per scala e competenze tecnologiche ma anche nella trasformazione dell’assetto proprietario di un intero settore che ha sofferto di elevati livelli di frammentazione tra gli operatori” ha commentato Renato Ravanelli, amministratore delegato di F2i Sgr.
- Sottoscritto il contratto di compravendita relativo all’acquisizione di 2i Rete Gas
Milano, 5 ottobre 2024 – Italgas annuncia che F2i SGR S.p.A. e Finavias S.à r.l. hanno accettato l’offerta vincolante relativa all’acquisto della loro partecipazione in 2i Rete Gas S.p.A. e si è quindi provveduto alla sottoscrizione del relativo contratto di compravendita (SPA, Share Purchase Agreement). L’esito positivo fa seguito alle trattative comunicate al mercato lo scorso 13 maggio 2024.
“Con questa operazione – ha commentato l’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo – il gruppo Italgas segna un traguardo storico nella sua lunga e prestigiosa storia. L’acquisizione di 2i Rete Gas ci permette di diventare il primo operatore europeo nel settore della distribuzione del gas, dopo essere stati riconosciuti come benchmark globale in termini di innovazione e digitalizzazione.
Quale primo operatore in Italia ed in Grecia, Italgas – grazie a questa operazione – rafforza l’impegno per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, con infrastrutture resilienti ed un costo dell’energia sostenibile.
L’estensione all’intero network delle nostre applicazioni digitali e l‘adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, ci consentirà di monitorare e gestire le nostre infrastrutture in tempo reale, migliorando l’efficienza operativa e aumentandone la sicurezza e l’affidabilità: creeremo così valore per i nostri azionisti e per tutti i nostri stakeholder.
Guardiamo con fiducia ai prossimi passi dell’operazione per portare a compimento questo grande progetto, in linea con la nostra visione strategica e con i bisogni del Paese nel quadro degli obiettivi europei”.
Overview di 2i Rete Gas – 2i Rete Gas è il secondo operatore italiano della distribuzione del gas presente in gran parte della penisola con 4,9 milioni di clienti serviti. Nel 2023 ha registrato ricavi adjusted per 815,0 milioni di euro, un Margine operativo lordo adjusted (EBITDA adjusted) di 546,3 milioni di euro, un Risultato operativo adjusted (EBIT adjusted) di 317,7 milioni di euro e un Risultato netto adjusted pari a 181,3 milioni di euro.
Nel 2023 gli investimenti sono stati pari a 372,2 milioni di euro.
Termini dell’offerta – Il corrispettivo (equity value) dell’operazione è di 2,060 miliardi di euro. L’indebitamento finanziario netto e altre passività nette al 31 dicembre 2023 sono pari a 3,246 miliardi di euro.
Il closing dell’operazione è previsto entro il primo semestre del 2025, a seguito dell’ottenimento delle necessarie approvazioni regolamentari.
Finanziamento – Italgas farà fronte al relativo fabbisogno finanziario mediante ricorso a un finanziamento “bridge”, sottoscritto inizialmente da J.P. Morgan e sindacato ad un pool di banche finanziatrici composto da Banco BPM, BofA Securities, Citi, J.P. Morgan, Morgan Stanley e Société Générale, che sarà rifinanziato anche mediante il ricorso a un aumento di capitale in opzione, pari a 1 miliardo di euro, con l’obiettivo di mantenere l’attuale profilo di rating. Termini e modalità dell’aumento di capitale saranno definiti in seguito.
Advisors – J.P. Morgan agisce in qualità di financial advisor nel contesto dell’operazione. Legance – Avvocati Associati in qualità di advisor legale, lo studio Foglia&Partners per gli aspetti fiscali.
J.P. Morgan, BofA Securities, e Jefferies hanno rilasciato una fairness opinion al Consiglio di Amministrazione di Italgas nel contesto dell’operazione.
- F2i e Finavias hanno firmato l’accordo per la cessione a Italgas dell’intera quota azionaria detenuta in 2I Rete Gas
Milano, 7 ottobre 2024 – In data 5 ottobre 2024 F2i e Finavias hanno annunciato la sottoscrizione del contratto che prevede la cessione a Italgas dell’intera quota azionaria detenuta in 2i Rete Gas. F2i detiene il 63,9% di 2i Rete Gas, Finavias (veicolo societario partecipato da APG Asset Management e fondi gestiti da Ardian) il restante 36,1%. L’accordo avviene al termine di un periodo di esclusiva accordato a maggio scorso dai venditori ad Italgas. Il trasferimento delle azioni è condizionato alle autorizzazioni delle autorità competenti ed è atteso avvenire nella prima parte del 2025.